Elvis The Musical 2017 - 2018



Replicato con notevole successo tra il 2017 e il 2018 in varie città italiane ed europee, Elvis The Musical è attualmente in pausa. Non saprei dire se il musical diretto da Maurizio Colombi e interpretato da Joe Ontario e Michel Orlando verrà riproposto in futuro. Staremo a vedere, nel frattempo raccolgo quanto avevo pubblicato in precedenza su un mio blog non più on line, vale a dire tre ottime recensioni dello spettacolo scritte da altrettanti grandi appassionati e una galleria fotografica.


Elvis The Musical: La recensione di Marco Lofino

(Post pubblicato sul blog From Elvis in Rome il 14 maggio 2017)

Oggi, a Milano,  andrà in scena l'ultima replica di "Elvis The Musical". Lo spettacolo ha ottenuto un grande successo, mettendo d'accordo praticamente tutti gli appassionati di questo straordinario personaggio, anche quelli più esigenti. Non è poco. Sfortunatamente, non mi è stato possibile assistere a nessuna delle rappresentazioni, però ho sentito dire che tra qualche mese il Musical verrà presentato in diverse città italiane, fra le quali Roma, e dunque colmerò questa lacuna. Nel frattempo, pubblico la recensione di "Elvis The Musical" firmata da Marco Lofino, uno dei massimi esperti del mondo presleiano che abbiamo in Italia. Lo ringrazio per avermi gentilmente concesso di inserirla in uno dei miei blog dedicati ad Elvis. Ricordo a tutti che questo articolo, già abbondantemente condiviso sul web, trova la giusta collocazione in Viva Elvis, la pagina facebook curata da Marco. Buona lettura.

Elvis The Musical (La volta buona)
di Marco Lofino [Pagina Viva Elvis]

Ciao amici.
Non sempre è facile liberarsi di un pregiudizio. Talvolta il tempo, col ripetersi di alcune azioni che diventano ormai consolidata e triste routine, non riesce a far pensare che forse la volta buona può arrivare e che finalmente le cose possono cambiare.
Questa mia breve introduzione si lega in maniera indissolubile alla concezione di Elvis Presley nel nostro paese che fino a prova contraria, purtroppo, non è mai stato considerato, seguito, trattato ed apprezzato per come merita non per l’amore e l’affetto che noi appassionati fedeli riversiamo su di lui ma per la sua indiscutibile nonché sconfinata oggettiva grandezza.
Ebbene, per farla breve, non nascondo che fino a ieri sera (anche se a dire il vero le recensioni entusiaste di molti miei amici mi avevano già trasmesso un approccio positivo) ero assai scettico su "Elvis The Musical", ambizioso progetto italiano di riproposizione del musical sulla vita e la carriera di Elvis Presley che da tanti anni all’estero riscuote enorme successo di critica e di pubblico. Spettacolo che fra l’altro nel mio piccolo, da ragazzo, ebbi la fortuna di vedere a Canterbury in Inghilterra nell’ormai lontano 1993.

Perché ero scettico? Per le ragioni che avevo già esposto svariate volte sulla mia pagina personale: Precedenti poco edificanti in ambito televisivo e mediatico con l’arcinota caccia allo stereotipo del personaggio Elvis ridotto a macchietta, con tutti gli annessi e i connessi che vi risparmio perché li conoscete tutti più o meno. Uno strazio di luoghi comuni e superficialità che chi vi scrive ha dovuto sopportare (e per certi versi su altri schermi dovrà ancor vedere a lungo) per ventisette lunghi anni e chi è più anziano del sottoscritto da ancor più tempo.
In secondo luogo la materia trattata, di grande complessità e che necessita una conoscenza esaustiva e passionale del personaggio, mi sembrava poco incline ad uno spettacolo che è stato concepito ed inscenato a tempi di record fomentando in me ansie e preoccupazioni figlie, come già scritto, di un pregresso a cui ogni appassionato di Elvis italiano è tristemente abituato da sempre. Se a questo uniamo la difficoltà nel reperire attori oltre che cantanti in tempi brevissimi che conoscessero approfonditamente la materia presleiana qui in Italia, beh allora completare il cerchio della paura e del dubbio non è stati poi cosi difficile.

In principio poi qualche umano errore di comunicazione in presentazione del personaggio mi aveva preoccupato, ma la mia innata suscettibilità quando si parla del mio eroe musicale (preferisco eroe ad idolo come termine, me lo concederete) mi fa a volte forse eccedere in protezionismo e forse in appassionato “fanatismo” (virgolette d’obbligo ovviamente). Forse, non lo so.
Ebbene, il mio scetticismo è stato letteralmente smentito e smontato lettera per lettera, parola per parola, dallo spettacolo che ho visto ieri sera al Teatro Nuovo nel cuore della mia Milano. Allo stesso modo, le paure di vedere la solita messinscena di ciuffi e basettoni infarcite di banalità sulla vita privata di Elvis sono state letteralmente spazzate via da un plot concepito con intelligenza, maestria e competenza dal bravissimo Maurizio Colombi, regista del musical.
Ogni tanto fare autocritica serve. Si capirà spero che tutto questo è figlio dell’amore che provo per il mio eroe, un amore vero, cristallino, onesto, scevro da un cieco fanatismo.
Esaurita questa doverosa parentesi, parliamo di questo formidabile spettacolo. Due ore e oltre di storia ballata e cantata come meglio credo non si poteva. Il musical è una formula che spesso divide eppure ieri sera ho visto il pubblico a fine spettacolo esaltarsi con gli occhi pieni di gioia.
Narrare e far vivere la storia e la carriera di Elvis in cosi poco tempo non è facile. La carne al fuoco è tantissima, il rischio di banalizzare altissimo. Non è avvenuto nulla di tutto questo perché la regia ha prestato la massima attenzione ad ogni dettaglio della vita e della carriera di Elvis senza mai mettere in ridicolo il personaggio ( finalmente!) ma anzi esaltandone virtù e raccontando le sue umane debolezze senza puntare il dito ma riuscendo a far appassionare il pubblico.

Assolutamente geniale, in questo senso, la trovata di far dialogare i due Elvis (straordinari Joe Ontario e Michel Orlando) sulla spinosa questione delle pillole. Un dialogo chiaramente inventato ma di una meravigliosa umanità. Nessun dito puntato, nessuna accusa, solo il sogno impossibile di un Elvis che parla a se stesso sdoppiandosi nelle due fasi opposte della sua vita. Se solo lo avesse fatto davvero forse Elvis sarebbe ancora qui con noi. E’ stato l’unico momento, peraltro breve, in cui il tema è venuto fuori ed è stato fatto nel modo più onesto, corretto ed originale possibile. Chapeau.
Dal punto di vista musicale, il musical è godibilissimo. I due interpreti sono davvero bravi e lo scrivo col cuore perché vivo Elvis ascoltandolo come una tassa quotidiana da ventisette anni ogni santo giorno senza saltarne uno.

Partendo dall’ovvio (ma forse nemmeno troppo) presupposto che nessuno deve aspettare di trovarsi di fronte a dei cloni vocali di Elvis Presley, i due interpreti, il giovane esordiente (straordinario in alcuni momenti) Michel Orlando e il consolidato, bravissimo Joe Ontario (da anni apprezzato performer dell’Elvis Presley show anni settanta) hanno trascinato il pubblico recitando e cantando spesso incrociandosi a distanza creando un’atmosfera che definirei magica. Si’, io ieri sera ho percepito la magia grazie alle loro voci. E qui in Italia raramente, anzi direi proprio mai, l’avevo sentita fino ad ora una tale “magia incrociata”. Cantare Elvis è difficilissimo. Lo sappiamo. Il rischio di fare brutte figure altissimo perché si ripropone un modello che è il più imitato di sempre ed al tempo stesso il più inimitabile di sempre. Eppure tutti e due sono stati bravissimi. Perché? Perché a modo loro sono stati umili e hanno messo tanta passione. Il giovane Michel Orlando si è calato nella parte del giovane Elvis con umiltà cantando alcuni bravi con una voce potente e performante. Ripeto, ha una bellissima voce, non ci si può aspettare che canti "Trying To Get To You" facendo la fotocopia carta carbone di Elvis alla Sun. Non lo può fare lui e non lo può fare nessuno al mondo.

Bisogna invece evidenziare con gioia la versatilità di questo ragazzo che ha recitato con passione la parte del giovane Elvis (fino al 1968 per intenderci) mostrando tutte le sue sfaccettature caratteriali e cantando col cuore mettendoci tanta passione e ripeto moltissima umiltà. Canto e recitazione sembravano andare a braccetto con una naturalezza sorprendente. Per certi aspetti mi sembrava di ascoltare, vivere ed amare una storia che non avevo mai conosciuto. Mi sono immedesimato come quando avevo quattordici anni e l’uragano Elvis mi travolse senza lasciarmi scampo.
Quanto appena scritto può essere espresso in maniera speculare per Joe Ontario, eccellente protagonista dell’Elvis anni settanta che come già detto si intreccia in alcune scene con quello degli esordi ma senza fare confusione. Uno scambio magico nel rispetto della vita di Elvis in ogni sua fase. Joe Ontario canta Elvis da tanti anni (e si vede la sua bravura in alcuni frangenti figlia sicuramente, oltre che dalla passione e dall’applicazione anche dell’esperienza maturata sul campo) ma quello che mi ha più colpito è la sua versatilità in brani profondamente diversi fra loro come la struggente "Don't Cry Daddy" (eseguita in duetto con una bravissima cantante e ballerina del cast) e la solenne "My Way", passando per "Burning Love" senza dimenticare la doverosamente immancabile "It's Now Or Never" (O' Sole Mio). Mi ripeto, nessuno è e potrà mai essere come Elvis. Ma l’idea di poter immaginare anche solo lontanamente come potesse essere Elvis nel modo più onesto possibile come ha fatto Joe è già un grandissimo traguardo penso per lui oltre che una grande gioia per chi vede ed ascolta.

Un’altra grande sorpresa della serata sono stati però i ballerini (nonché cantanti) e gli attori. Un cast di una professionalità e di una bravura incredibile. Tanti ragazzi giovani, tanta freschezza come credo avrebbe tanto apprezzato anche Elvis stesso. Non credo che tutti fra loro conoscessero la sua storia musicale e la sua vita in modo approfondito eppure , a mio modesto avviso, lo hanno sicuramente fatto prima della messinscena dello spettacolo perché ho visto preparazione, dedizione e talento nell’immedesimazione ai personaggi. Priscilla, la madre di Elvis, il colonnello Parker, Joe Esposito, tutte figure che non sono state presentate come mere copie degli originali ma adattate al musical senza stravolgere il canovaccio della vita artistica e privata del cantante. Tutti gli attori che hanno interpretato i personaggi sopraccitati sono stati straordinari per passione ed attenzione ai particolari senza strafare ma con tanta, tantissima umiltà. Perché Elvis Presley è passione e lo hanno capito tutti, rispettandolo come si deve ad un vero Re dal primo all’ultimo esponente del cast, regista incluso.

Come avete letto, non mi sono esposto più di tanto sul contenuto dello spettacolo perché è giusto che chi non lo ha ancora visto se lo goda totalmente senza inutili anticipazioni. Chi conosce la storia di Elvis e lo ama rimarrà sorpreso nel vedere che non ci sono stravolgimenti ma un adattamento musicato fedele ed appassionato della vicenda artistica ed umana di Elvis senza eccessi, dall’infanzia fino al successo strepitoso degli esordi passando per il periodo dei film arrivando fino al grande ritorno sulle scene a Las Vegas e ai fantastici (perché tali erano) concerti dal vivo negli anni settanta. Il tutto senza tralasciare quelle fasi della vita privata di Elvis come l’inizio della sua storia con Priscilla e la fine del suo matrimonio con momenti recitati e cantati da brividi, tipo la commovente "Always On My Mind". Ma non posso e non voglio dirvi nulla di più amici.

Una nota anche per i musicisti, semplicemente grandiosi. Il batterista mi ha fatto emozionare in più di un'occasione. Di fatto vi ho già detto pure troppo. Quello che posso fare, sommessamente, è ringraziare il regista Maurizio Colombi per averci finalmente regalato un sogno che doveva solo avverarsi: il giusto tributo all’artista che più di ogni altro ha segnato la vita di milioni di persone nella storia dello spettacolo.
Abbiamo aspettato tanto ma ne è valsa certamente la pena.

Viva Elvis sempre.



Elvis The Musical: La recensione di Francesco La Mendola

(Post pubblicato sul blog From Elvis in Rome il 15 maggio 2017)


Ieri, al Teatro Nuovo di Milano, è andata in scena l'ultima replica di "Elvis The Musical". Lo spettacolo di Maurizio Colombi tornerà ad ottobre, quando sarà presentato in diverse città italiane. Cala dunque il sipario su un evento lungamente atteso, che, stando alle testimonianze che ho raccolto sui Social, non ha tradito le aspettative. Chiaramente, non tutte le critiche che ho letto sono state positive, ci mancherebbe, ma sembra proprio che la maggior parte degli appassionati sia uscita dal teatro soddisfatta. Non avendo visto il Musical mi è impossibile giudicare, voglio invece proporvi l'interessante recensione scritta dall'amico Francesco La Mendola, anche lui grande appassionato di Elvis. L'ho letta ieri mattina e mi ha molto colpito, in quanto ricca di notizie ed esaustiva dell'argomento trattato. Gli ho chiesto il permesso di pubblicarla su questo blog e lo ringrazio per aver accettato. La recensione è inserita nella pagina facebook che Francesco amministra, Elvis and Me, che vi invito a visitare. Buona lettura.

Elvis The Musical
di Francesco La Mendola [Pagina Elvis and Me]

Lo spettacolo, primo in assoluto in Italia che ha scelto la città di Milano come trampolino di lancio, conta 22 performers con una band musicale che suona dal vivo anche durante lo spettacolo stesso.
Una carica emozionale altissima immerge il pubblico nel dramma personale e storico del grande Elvis Presley attraverso un periodo che va dagli anni '50 fino agli anni '70.
Tra le canzoni, cantate egregiamente dall'ormai noto Joe Ontario e dal giovane (Elvis) Michel Orlando, le intramontabili "Jailhouse Rock", "It's Now Or Never", "Suspicious Minds", "My Way", "That's All Right (Mama)", "Always On My Mind" e tanti altri successi dell'epoca ma tutt'ora ancora attuali.
Il Musical accompagna il pubblico nella storia di Elvis dalla nascita agli esordi grazie a Sam Phillips della Sun Records, tocca alcune parti tragiche della carriera ma porta il nostro beniamino alla consacrazione e all'immortalità sempre con rispetto.
L'autore è Maurizio Colombi, che ha saputo portare sul palco uno spettacolo di un paio d'ore ricco di musicalità, un bel gruppo di attori che non solo recitano bene ma mettono in discussione le scelte, i misteri e i dubbi che ancora oggi, a distanza di quasi 40 anni dalla scomparsa di Elvis, rimangono intorno al mito dell'indiscusso Re del rock 'n' roll.
Il Musical si avvale di un discreto numero di attori, fra cui cantanti, ballerini e musicisti di professione.
Fra gli attori, figurano:

Joe Ontario (Old Elvis)
Valeria Citi (Priscilla)
Michel Orlando (Young Elvis)
Alex Botta (Billy)
Alfonso Capalbo (ensemble)
Elisa Filace (Gladys Presley)
Luca Laconi (Vernon Presley)
Gennaro D'Avanzo (Col.Tom Parker)
Gianluca Pilla (Gene)
Giancarlo Capito (Sam Phillips/Joe Esposito)
Isabel Galloni (ensemble)
Laura Contardi (Fan)
Jessica Aiello (ensemble)
Maria Sacchi (Fan)
Silvia Scartozzoni (Marion Kisker)
Stefania Bovolenta (ensemble)
La band musicale è composta da:
Tiziano "Rooster" Galli (Guitar)
Davide Magnabosco (Piano)
Alberto Schiró (Guitar)
Alex Polifrone (Drum)
Max Zaccaro (Bass)
Marco Brioschi (Trumpet)
Davide Magnabosco (Piano, Musical director)

All'ingresso del teatro si trova un piccolo museo itinerante, da vedere prima dello spettacolo o durante pausa, con alcuni cimeli originali appartenuti ad Elvis Presley.
Vi è inoltre una bancarella ben fornita con numerosi gadget dedicati, nonché alcuni gadget ufficiali del Musical stesso.

Considerazioni (personali):

Di per se appare subito un Musical ben organizzato, fluido nella sua durata e abbastanza completo, certamente gradevole per le canzoni cantate dal vivo dal conosciuto Joe Ontario e dal giovane Michel Orlando e a tal proposito, quest'ultimo appare per la prima volta in questa difficile veste del giovane Elvis, timido all'apparenza ma che svolge egregiamente la parte con una accettabile dote canora e di ballo. Per quanto riguarda Joe Ontario, assume la sua parte dell'Old Elvis in maniera quasi impeccabile se non quasi vicino all'originale e a suo favore prevale sicuramente la sua nazionalità Italo-canadese, con doti linguistiche degne del ruolo. Ho avuto modo di conoscere Joe Ontario di persona e mi ha fatto sin da subito una buona impressione, in quanto è in grado di impersonare Elvis Presley sempre con rispetto e professionalità oltre che ad essere un grande Fan e cultore del Re del Rock 'n' Roll.
Gli attori svolgono un buon lavoro teatrale e musicale, ben coordinati, intonati e di bella presenza, poco vicini agli originali anche se danno piuttosto bene l'idea di come si svolsero i fatti originali.
Unica nota dolente, parlo da appassionato dei mitici anni 50', riguarda i vestiti di scena degli attori, soprattutto quelli usati appunto per il periodo degli anni 50', poco colorati e non rendono bene l'idea del periodo stesso. Direi piuttosto comuni, ma comunque non rilevante sul risultato finale del Musical.
Per finire, il mio modesto consiglio è comunque la visione di questo Musical, che siate appassionati o meno del genere, in quanto risulta nel complesso di buon livello.



Elvis The Musical: Il Re (finalmente) a Sanremo

(Post pubblicato sul blog From Elvis in Rome il 30 ottobre 2017)

Rispetto a tanti altri appassionati che ho avuto la fortuna di conoscere, Silvia è entrata in contatto con Elvis Presley relativamente tardi. Naturalmente non ci sono limiti di tempo e di età per iniziare ad amare la musica di questo meraviglioso personaggio, ma in un paio di anni lei ha fatto passi da gigante, familiarizzando con un mondo che evidentemente non aspettava altro che accoglierla. Silvia non si è limitata soltanto ad ascoltare centinaia di brani immortali: dotata di grande sensibilità e mossa da una inesauribile voglia di sapere, di questi brani - e più in generale dell'Elvis artista e uomo - è riuscita a cogliere sfumature e dettagli a dir poco sorprendenti. Ho avuto il piacere di parlare con lei tante volte e ho sempre trovato interessantissime le sue riflessioni. Alcuni giorni fa "Elvis The Musical" ha fatto tappa a Sanremo. Oltre a godersi lo spettacolo, Silvia ha pensato bene di scrivere una recensione. Avendola trovata molto scorrevole e ricca di spunti, mi è sembrato logico pubblicarla su questo blog. Ricordo a tutti la pagina Facebook che Silvia amministra: Aloha Elvis. E adesso, buona lettura a tutti.

Elvis The Musical
di Silvia Camusso [Pagina Aloha Elvis]

Come preannunciato mesi fa, il 27 ottobre è approdato sul palco dell'Ariston lo spettacolo che celebra la vita e la carriera di Elvis Presley.
Una volta tanto non ho dovuto macinare chilometri e attraversare regioni per assistere ad un evento in suo onore, ma questo è un limite del posto in cui vivo, splendido ma lontano da grandi città, e, per assurdo, da una cultura musicale di questo tipo.
Lo spettacolo si è rivelato emotivamente trascinante e proprio le emozioni hanno fatto capolino più di una volta, annebbiandomi la vista.
La location ha indubbiamente giocato un ruolo fondamentale, ricordandomi quanto la presenza di Elvis sul palco dell'Ariston - magari come ospite internazionale durante il Festival - sarebbe stata realmente possibile. Ma questi sono e rimarranno miei sogni, come andarono le cose è storia nota.
Ma arriviamo al Musical, che ci racconta la vita di Elvis partendo da lui ragazzino che nel 1945, durante una fiera in Tupelo, si classifica secondo ad una gara canora con il brano "Old Shep", attraversando poi tutte le fasi salienti della sua vita.
Estremamente dinamico e vivace, lo spettacolo non è mancato però di momenti di riflessione, come il toccante dialogo tra il giovane Elvis e sé stesso futuro, ormai non più terreno, che si conclude con una sorta di resa: siamo certi che tornando indietro nel tempo non commetteremo gli stessi errori?
Un plauso lo faccio all'intero cast, formato da professionisti capaci ed in grado di tenere viva l'attenzione del pubblico.
Il giovane Elvis è interpretato da Michel Orlando, ragazzo talentuoso a cui faccio i miei più sinceri complimenti: recita questo ruolo per niente semplice in maniera impeccabile.
L'Elvis adulto è invece raccontato e vissuto attraverso la straordinaria voce ed il talento di Joe Ontario.

Prima di concludere, e senza voler peccare di presunzione, farò una breve lista di ciò che mi è piaciuto di meno.

- Vernon, il papà di Elvis, è una figura troppo marginale nell'economia dello spettacolo. Inoltre, la scelta dell'attore, poco somigliante all'originale, è a parer mio non proprio azzeccatissima.
- L'assenza totale dell'allora piccola Lisa Marie, il vero gioiello di Elvis.
- Per ultimo mi chiedo: era davvero necessario che Gladys, la madre di Elvis avesse in ogni suo intervento una bottiglia di liquore in mano?
Sappiamo bene quanto grande fosse la sua sofferenza nel vedere Elvis allontanarsi ogni giorno di più, ma credo che questi tristi momenti avrebbero potuto alternarsi ad altri di gioia, perché sono certa che nonostante tutto fosse molto felice dello straordinario successo ottenuto dal suo ragazzo.
Il lunghissimo applauso al termine della rappresentazione è però segno inequivocabile di quanto - prescindendo dalle mie osservazioni - il lavoro da parte della produzione e del cast sia stato fatto egregiamente.
Concludo consigliando a tutti, fan e meno fan di assistere a questo Musical. Racconta in maniera veritiera chi era Elvis allontanandolo dalla credenza comune di personaggio esageratamente sopra le righe. E poi si fa il pieno di emozioni, che non guasta mai.

Che dire, finalmente Elvis è arrivato a Sanremo!



Elvis The Musical al Teatro Brancaccio: Galleria fotografica

(Post pubblicato sul blog From Elvis in Rome l'8 marzo 2018)

Martedì scorso ero al Teatro Brancaccio, a poca distanza dal palco, per assistere alla Prima di "Elvis The Musical" a Roma. Grande atmosfera, teatro pieno e spettacolo che intrattiene piacevolmente per un paio d'ore, ma questa non vuole essere una recensione, per la quale ci sarà tempo, bensì una breve galleria di immagini. Le foto sono state scattate dalla mia cara amica Marina Bono, che ringrazio per avermi concesso di utilizzarle.








Gli autori di questo lungo post:

Marina Bono (Foto)
Silvia Camusso (Testo e foto)
Francesco La Mendola (Testo e foto)
Marco Lofino (Testo e foto)
Roberto Paglia (Testo)

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